Come vediamo la natura ?

Scritto da Silvan Imhof, tradotto da Pablo Rossi Orts

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    La strana isola

    Un gruppo di ricerca arriva su un’isola scoperta recentemente. Ben presto i ricercatori si accorgono di strani fenomeni: l’acqua si congela a 30 gradi; gli oggetti scompaiono e ricompaiono in luoghi diversi; qualche volta le pietre diventano molli come la gomma; animali come i conigli nascono dalle uova; altre volte le cose diventano invisibili o esplodono, eccetera. I ricercatori vogliono capirne di più: osservano, misurano e conducono esperimenti. Ben presto, tuttavia, devono ammettere di non poter spiegare tali processi. Alcuni pensano che basti ricercare abbastanza a lungo per essere in grado di spiegare i fenomeni osservati. Altri invece sono convinti che le leggi della natura non si possano applicare a questa strana isola e, di conseguenza, ulteriori ricerche sono superflue. Altri ancora pensano che i fenomeni non siano reali, ma delle illusioni, dato che cose simili possono accadere solo nei sogni o nelle allucinazioni.

    La ricerca, la scoperta e la cognizione hanno come scopo la comprensione delle cose e dei fenomeni che incontriamo: sapere come nascono, come si comportano, quali proprietà e conseguenze abbiano. Per la maggior parte dei processi che incontriamo nel corso della nostra vita quotidiana abbiamo una conoscenza piuttosto esaustiva. Facciamo esperienza con essi e impariamo a conoscerli. La scienza ci aiuta nella comprensione, attraverso lo studio sistematico di tali processi e oggetti. Il metodo scientifico è particolarmente utile nel caso in cui incontriamo fenomeni che non sono stati ancora descritti. L’osservazione metodica, la raccolta dati, la formulazione di ipotesi e la realizzazione di esperimenti portano a delle spiegazioni. Queste spiegazioni scientifiche prendono la forma di affermazioni generali e sono descritte da leggi. La descrizione delle leggi ci permette di capire i processi, così da poter fare calcoli e previsioni.

    Conosciamo anche descrizioni di fenomeni che (a quanto pare) non possono essere spiegati: telepatia, le persone e le barche scomparse nel Triangolo delle Bermuda, apparizioni di fantasmi, e così via. Tali fenomeni possono essere inspiegabili, ma non sfidano la nostra visione quotidiana e scientifica del mondo. Di conseguenza, possiamo porli nel regno dell'esoterico o del fantastico, classificarli come "miracoli", "magia", come "paranormale" o "soprannaturale", o negare completamente la loro realtà. Ma cosa succede se non si verificano solo singoli fenomeni inspiegabili, ma il mondo in generale si comporta in modo inspiegabile? Questa è la situazione sull'isola rappresentata nell'esperimento di pensiero: in questo caso l'inspiegabile è la norma e sembra che le cose non siano soggette a leggi naturali ma si comportino in modo completamente casuale e imprevedibile: tutto è possibile.

    La perplessità dei ricercatori in questa situazione è comprensibile: la scienza mira alla comprensione del mondo attraverso leggi generali - ma i processi sull'isola sembrano non essere soggetti a leggi e quindi sfuggono alla comprensione scientifica. Per come si comportano le cose sull'isola, non si possono leggere regolarità dalle osservazioni e dai dati, e gli esperimenti, se ripetuti, portano sempre a risultati diversi. Pertanto, i ricercatori non possono formulare affermazioni generali e non possono riconoscere alcuna regolarità. Ma questo non significa altro che in condizioni come quelle dell’isola, nessuna scienza è possibile.

    Da ciò si può trarre la conclusione: la conoscenza scientifica è possibile solo se si può assumere che la natura, nel complesso, si comporti in modo costante e regolare. Le cose di un certo tipo hanno certe proprietà costanti, cambiano sempre nello stesso modo nelle stesse condizioni e producono gli stessi effetti nelle stesse condizioni.

    I processi in natura devono quindi essere soggetti a leggi, solo allora sono prevedibili, calcolabili e spiegabili. Solo un mondo che funziona secondo le leggi è un mondo che può essere spiegato scientificamente.

    L'uniformità dei processi nel mondo non è solo un requisito per la conoscenza scientifica, ma anche per la nostra comprensione quotidiana del mondo. Possiamo agire in modo adeguato solo perché le cose con cui abbiamo a che fare si comportano, generalmente, secondo le nostre aspettative. Queste aspettative non rappresentano una teoria scientifica, ma sono aspettative sul comportamento regolare e legittimo delle cose: Quando metto una banconota da cento dollari nel portafoglio, mi aspetto che sia ancora lì quando devo pagare- e che non sia svanita nel nulla nel frattempo; quando appoggio una tazza sul tavolo, mi aspetto che rimanga sulla superficie del tavolo - e non che ci cada attraverso; quando mio figlio torna a casa da scuola, mi aspetto che sia lo stesso bambino che è uscito quella mattina - e che non abbia cambiato personalità con un compagno di classe nel frattempo.

    Tutta la nostra conoscenza e le nostre azioni si basano sulle aspettative sul comportamento regolare delle cose, dei processi, delle persone e così via. Tali aspettative hanno senso solo se le cose si comportano in modo ampiamente regolare e prevedibile. O, per dirla in altro modo: se non fosse così e se le cose si comportassero come nella strana isola, il mondo ci sarebbe incomprensibile e non saremmo più in grado di orientarci in esso. Quindi possiamo capire il mondo solo se il mondo nel suo insieme funziona secondo delle leggi. Questo vale non solo per il mondo in generale, ma anche per le singole cose, processi e persone: siamo in grado di capirli solo se possiamo vedere quali sono le loro proprietà e come si comportano in certe condizioni. Si può anche dire che possiamo capire qualcosa come una cosa, un processo o una persona solo se possiamo attribuirgli proprietà in qualche modo stabili e modalità regolari di comportamento. In altre parole, se le cose, i processi e le persone non si comportassero in modo ragionevolmente regolare, non avremmo alcuna nozione di cose, processi e persone, cioè semplicemente non sapremmo cosa sono le cose, i processi e le persone.

    Se è vero che possiamo comprendere cose, processi e persone come cose, processi e persone solo se si comportano in modo ragionevolmente regolare, allora possiamo dire: solo ciò che si comporta in modo ragionevolmente regolare può essere considerato reale. La nostra comprensione della realtà si basa essenzialmente sul presupposto fondamentale di una regolarità o legalità del mondo. Al contrario, i sogni e le allucinazioni sono caratterizzati dal fatto che vi accadono cose che, come sulla strana isola, appaiono del tutto illegali e imprevedibili (almeno finché si è presi dal sogno o dall'allucinazione; allo stato di veglia, con l'aiuto dell'interpretazione dei sogni e della psicologia, si possono certamente trovare spiegazioni). Questa mancanza di regole è una ragione cruciale per cui non consideriamo il sognato e l'allucinato come reale. Ci sono dunque buone ragioni per le quali alcuni scienziati sull’isola dubitino della realtà dei fenomeni osservati.